Opere
Ho sempre scelto di lavorare per cicli e così ho cercato di suddividerli nella costruzione di questo sito. Da un po’ di tempo il tema insistente e dominante è divenuto – in particolare - quello dei giardini, degli ambienti urbani che sempre recano la traccia del passaggio dell’uomo.
In realtà in tutti i miei lavori c’è una scelta dominante: la ricerca della luce.
Ho sperimentato vari supporti e differenti materiali per disegnare. Ho iniziato con una carta pesante di colore avorio, morbida e rugosa (un Murillo di Fabriano) da utilizzare con una matita semicerosa che consentiva di quasi dissolvere l’immagine.
Sono successivamente passato al cartoncino Schoellers Hammer 4G Dick assolutamente liscio e bianco. Su questo ho utilizzato lapis duri con un tratteggio fitto a cui ho talvolta aggiunto matite colorate sempre lavorate strato su strato con segni piccoli ed insistiti.
Per quanto riguarda l’incisione sono partito da piccole puntesecche su zinco e poi ho sempre utilizzato il rame, molto duro per essere utilizzato con la tecnica della puntasecca.
L’acquaforte è stato il passaggio successivo e necessario per poter avere la complessità di valori tonali che è presente nelle mie incisioni. Anzi, devo dire che sono rimasto folgorato dai neri profondi, da quelle ombre scure (le combustioni le chiama l'amico Alberto Mugnaini) da cui riesce ad emergere la luce.
Per incidere le lastre uso il percloruro di ferro, un acido medio, non tossico ma che invariabilmente rovina qualsiasi vestito che macchia di un bel rosso acceso e indelebile.
Stampo tutte le prove ed i diversi stati di ogni incisione con un mio torchio artigianale costruito da un provetto fabbro (Giancarlo Badalassi – una montagna umana di grandissima simpatia - che aveva la sua officina – o forse un antro oscuro - dietro la Chiesa dei Cavalieri di Pisa).
Per la stampa finale utilizzo le grandi capacità di stampatore dell’amico Umberto Peroni, formatosi ai tempi gloriosi del Bisonte di Firenze
Mi è capitato di stampare – con grande piacere - anche lastre antiche, qualcuna dell’800 ed un bellissimo rame, della seconda metà del 500. Con rammarico devo dire che le lastre non erano di mia proprietà ma di amici che avevano deciso di affidarsi – con loro rischio e pericolo – alle mie capacità.
Ho realizzato cartelle a cominciare dalla prima intitolata “Cinque incisioni all’acquaforte: Bernardi, Lapi, Masoni, Pellegrini, Pizzanelli” con commento di Nicola Micieli. La cartella era stata autoprodotta come sostegno ad un gruppo di grafica che si era costituito in seno all’Arci di Pisa. Eravamo riusciti anche ad aprire un laboratorio collettivo di grafica ma l’esperienza è durata pochi anni e ne è rimasta una traccia grazie a questa cartella.
Ho realizzato cartelle anche per amici ed alcune aziende: la Ecoland di Firenze, la Siemens Automotive di Pisa, la Analitical di Barberino Val d’Elsa, per l’Azienda Ospedaliera Pisana, l’Istituto Confucio di Pisa e per la Associazione degli Ex allievi della Scuola Superiore di S.Anna.
Miei lavori sono nelle raccolte del Centro Culturale Polivalente del Comune di Bagnacavallo (Ravenna), del Museo della Grafica dell’Università di Pisa, del Comune di Olzai (Nuoro); nella raccolta delle Biennali di Grafica di Acqui Terme, nella raccolta della Associazione Nazionale Incisori Italiani di Vigonza (Padova), nella raccolta Sartori (Mantova).
Non tutti i miei lavori sono presenti in questo repertorio: ho inserito tutte le incisioni (ne conservo almeno una copia) e per quanto riguarda i disegni non so dove siano finiti molti dei miei lavori.
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Sandra Lischi